Buongiorno cari lettori oggi vorrei parlarvi di “Cento secondi in una vita” di Andrew Faber pseudonimo usto dal poeta romano Andrea Zorretta.
E’ il primo libro che leggo dell’autore e la sua penna mi ha piacevolmente sorpresa.
Vi lascio la trama e subito dopo una mia opinione e alcune foto delle frasi che mi hanno colpito del romanzo.

Trama:
Per accendere il tuo cuore, devi essere pronto a bruciarti.
Non lasciate mai il cuore di una donna solo, senza poesia.
Il signor Rebaf non è un libraio come tanti. Primo, perché la sua libreria si chiama La Piccola casa della musica e del libro. Secondo, perché chiunque può entrarci, sedersi al pianoforte e strimpellare la colonna sonora della giornata. Terzo, perché a tenergli compagnia nelle lunghe ore tra gli scaffali non è un aiuto libraio ma Mademoiselle Ansia, da anni fedele al suo fianco insieme a un nutrito gruppo di mostri e paure. Di poesia Rebaf sa poco o nulla – anche se crede fermamente che la bellezza conquisterà il mondo – e l’unico ritmo di cui si (pre)occupa è quello del proprio cuore, ballerino imprevedibile che da troppo non danza più per amore. Fino a quando, in un pomeriggio qualunque di febbraio, fanno la loro comparsa in libreria un paio di calze bellissime che avvolgono le gambe bellissime di una donna bellissima. Luisa, coltivatrice di canapa e divoratrice seriale di hamburger, è una cliente della Piccola casa, e nel momento esatto in cui gli si avvicina per chiedergli dove può trovare un’antologia della Szymborska, Rebaf si rende conto che è tempo di mettere in discussione l’ormai rodata convivenza con i suoi mostri. E di ricominciare ad annusare il profumo dei versi, soprattutto quelli d’amore. Perché in fondo è proprio la poesia l’aria fresca che ci fa uscire dall’apnea delle nostre vite e tornare finalmente a respirare.
#Myopinionerd
Editore: Rizzoli
Pagine: 200 p., Brossura
Voto: 🌟🌟🌟🌟🌟

 Appena ho aperto il libro mi sono ritrovata con questa poesia che mi ha scombussolato subito il cuore. 
Chiunque, almeno una volta nella vita si è sentito soffocare dall’ansia e dal panico. 
Ogni giorno ci svegliamo e speriamo che quel giorno sia meglio del precedente, se ci capita qualcosa di bello a noi ansiosi difficilmente gioiamo, anzi pensiamo subito dove sia il tranello e così facendo attendiamo il peggio.

Leggendo questo romanzo pian piano anche io ho lasciato andare le mie valigie troppo pesanti, ho iniziato a vivere la giornata, amare le piccole cose.
Se qualcosa va nel verso mi godo il momento, se tra cinque minuti dovesse accadere qualcosa di brutto, chissenefrega ora devo vivere al meglio.
La morale di questo libro era proprio questo a mio parere, vivere e non lasciarsi sopraffare dalla paura e dall’ansia.

Andrew Faber nella sua semplicità è riuscito a legare la prosa alla poesia senza risultare pensante e banale, il suo modo di scrivere è apparentemente leggero, la scrittura è scorrevole ma proprio nella leggerezza del libro si possono scorgere momenti profondi, di riflessione non solo per il protagonista, Rebaf ma anche per il lettore che si sofferma e riesce ad immedesimarsi.
L’alternanza prosa poesia non è marcata tanto da dare uno stacco netto alla lettura anzi è come se fosse un prolungamento, una spiegazione necessaria che parte dal cuore dell’autore e ci arriva attraverso la voce di Rebaf.

L’idea di non mettere troppi personaggi e lasciare lo scheletro del romanzo asciutto e poco affollato ha creato un vero e piacevole alone attorno ai due amanti.

I personaggi che descrive sono chiari, ben strutturati, originali e non lascia niente al caso; ogni cosa viene spiegata, ogni situazione, atteggiamento, scelta; come la gentilezza del signor Rebaf nei confronti di Alib che cerca di rifilargli sempre qualcosa che non gli serve, i film che vede e i poeti invece che legge Luisa.

Ha messo in luce non il lieto fine in due persone ma per se stessi, perché nonostante il via vai di persona dal nostro cuore noi ci siamo, esistiamo e niente e nessuno può permetterci di spegnerci.

Ad essere sincera poche volte mi sono ritrovata davanti a un libro che avrei voluto non terminasse mai, da sottolineare tutto, ogni singola frase, poesia, parola. 

Leggendolo ho ritrovato una parte di me che pensavo di aver perso a causa della paura e Faber mi ha aiutata a recuperarla.

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