Buongiorno cari lettori, ho avuto modo di leggere, grazie alla collaborazione intrapresa con Giovanni Lamura il suo romanzo “Il Cammino del Novi Hominem”, scorrete per leggere cosa ne penso a riguardo.
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Una nuova avventura per l’anima tormentata di Marco che, strappato del suo ideale più profondo, si trova a vagare lungo un cammino tortuoso di cui non si può scorgere la fine. Spoglio delle sue armature e dei suoi porti sicuri, scuote l’essenza stessa della sua persona più recondita, alla ricerca di un qualcosa che ancora non si fa vivida ai suoi occhi. Così la sfida.Dopo aver a lungo pensato di trovarsi in contatto con un Dio sadico, autore ed esecutore di ogni suo male, Marco vuole rilanciare la sfida, scommettendo sé stesso, assecondando questo essere superiore così voglioso di vederlo sopraffatto.Quindi, beffardo contro la sorte, Marco decide di intraprendere un viaggio che lo porterà ad affrontare tante paure che per un tempo troppo lungo lo hanno tenuto lontano dalla realtà e ritrovandosi, con la caduta dell’Ultimo Romantico, in una annichilente discesa a picco che può portare alla perdizione o alla conseguente battuta d’ali.Si narra di una storia d’amore, di paure, di riflessioni e di tanti attimi che, veloci come proiettili, vagano e trapassano il cuore del poco equilibrato Marco, beffardo per passione e curioso di natura.
Ho finito di leggere questo romanzo in un pomeriggio e ancora sono scombussolata, ho dovuto riflettere a lungo prima di scrivere questa recensione, le idee non mi erano molto chiare, a libro chiuso mi sono domandata anche se mi fosse piaciuto o meno. Vedendo però quante parti segnate con i segna pagine ho riassaporato tutta la storia di Marco, il nostro protagonista.
Marco si definisce come l’ultimo dei romantici per poi intraprendere un viaggio che lo porterà ad essere Novi Hominem, uomo nuovo. C’è da dire che questo romanzo è molto succulento per chi, come me, ama i pensieri di Dannunzio e di Nietzsche, ritrovati spesso come briciole di pane per comporre qualcosa di nuovo, un’ideale targato Giovanni Lamura.
Il libro si sviscera nella narrazione dell’amore provato (e che continua) di Marco per la sua Arianna, sembra quasi una coppia uscita dai romanzi di Manzoni o di Dante. Arianna sembra quasi una Beatrice, ideale, irraggiungibile, almeno inizialmente, finché Marco non riesce a cambiare la sua vita, essere più sicuro di sé dopo le opportunità sprecate.
Aldilà del trauma paragonabile al lutto, Arianna è stata l’unica a significare davvero qualcosa per me e l’ideale penso che debba morire nel petto da cui è nato, ed io quella sera di dicembre non la dimenticherò mai.
Marco prende molto dal “manuale” dell’ultimo romantico, ama camminare sotto la pioggia, prendendo contatto pieno con la natura, cosa che agli occhi degli altri potrebbe sembrare strano.
La storia prosegue con minuziosa attenzione nei dettagli, facendo con Marco questo viaggio. il romanzo è abbastanza scorrevole e profondo, oltre a un esame di coscienza del protagonista lo facciamo anche noi, inconsapevolmente, diveniamo uomini nuovi.
L’amore deve essere coltivato, non può avere dogmi, non può avere regole. Deve essere lasciato libero di crescere, incespicare e rialzarsi.