Buongiorno cari lettori oggi parliamo del romanzo di Savino Monterisi “Cronache della restanza”.

Trama:

Alcuni passi diventano impronte e restano così per qualche ora, poi scompaiono. Se li riprende il sentiero, non ci appartengono, sono orme ormai lontane. Ma certe volte, nel tempo buono, accade che ricompaia un passo, e da lì partono parole che riportano racconti. Mi piace pensare che a Savino Monterisi per “Cronache della restanza” sia andata così, e che le sue pagine siano state attraversate da un cammino silenzioso, solitario anche quando l’autore non era solo, perché c’era una persona a spartire con lui la strada e a indovinargli i pensieri. Sono storie raccolte nei boschi, parole di legno messe ad asciugare al fuoco di ogni ritorno a casa, per un inverno arrivato come sempre all’improvviso.

Parlano di sassi e Morrone, di antichi mestieri e ferrovie in disuso, di caprioli e Appennini, di cinghiali e pastori, di alberi e donne forti, di neve, d’infanzia, ma soprattutto di noi.


Editore: RiccardoCondò
Pagine:170 
Prezzo: 14,00 euro cartaceo
Voto: 4-/5


Recensione: 

Il romanzo di Savino Monterisi è molto diverso da quelli che leggo di solito, è qualcosa di più profondo, conoscitivo, ingloba in sé articoli sia tratti da giornali o da riviste, poesie, pensieri vari presi da Facebook, alcune sensazioni e link di alcuni blog per leggere gli articoli o queste riflessioni come quella di Paolo Cognetti.

E’ un vero e proprio viaggio, esso viene racchiuso in queste pagine come se fosse un diario di bordo, l’autore è stato in grado di descrivere paesaggi mozzafiato di paesi stupendi, gonfi di cultura e storia.

La montagna e l’ambiente in generale, li percepiamo come entità che possono essere consumate.

All’interno del romanzo, si trovano spesso durante il viaggio, dei momenti in cui il lettore viene messo alle strette, davanti a delle domande esistenziali che lo aiuteranno a togliersi dei macigni sul petto fino alla fine del libro, almeno così è stato per me. Vi lascio con una delle frasi che più mi ha fatto riflettere.

Identità, dal latino Identitas ovvero medesimo, perfetta uguaglianza. L’identità è ciò che siamo, per qualcuno è uno strumento politico per affermare sé stesso ed escludere il diverso, per me l’identità è ciò che rappresentiamo con i nostri corpi e le nostre vite.

Un romanzo complesso, pregno di spunti di riflessione, di scogli da superare, è consigliata la lettura a tutti coloro che vogliono intraprendere un viaggio per lasciare impronte che poi non ci apparterranno più, o forse sì?

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