Buon pomeriggio cari lettori, eccomi qui a pararvi di “L’eterno ritorno” di Simone Lisi.
Quattrocento anni dopo un’immensa catastrofe naturale che coinvolse l’intero globo, l’umanità tornò ad affacciarsi sul mondo, dovendo però ripartire da zero.
In quest’epoca, Gregorio un ragazzo di tredici anni scampato al misterioso massacro del suo villaggio grazie ad un uomo mai visto, venne adottato e cresciuto nel paese vicino.
Dalla smisurata curiosità e con un sogno da voler portare a termine, decise di far esperienza e rendersi indipendente entrando a far parte del gruppo di caccia locale.
Passati così i dieci anni dopo il massacro, inizierà un lungo viaggio che lo porterà a conoscere sia la nuova flora e fauna di questo ostico mondo, sia a scoprire che il pericolo non viene solo da loro…
Rimarrà infatti, suo malgrado, invischiato con mercanti di schiavi e oscure trame politiche, in un mondo dove ogni cosa non è sempre ciò che sembra.
Pagine: 299
Voto: 3/5
Rispetto al primo approccio a questo libro, l’autore ha ripreso in mano il suo manoscritto e lo ha sistemato per quanto possibile, per questo mi sento di dare un 3 stelle su cinque di incoraggiamento.
A mio parere questo libro andrebbe ripreso con calma e sistemato in diversi punti, non solo in fatto di impaginazione e grafica ma anche di struttura. I personaggi, come si muovono, pensano e parlano a volte si discostano da ciò che nella realtà ci si aspetta da individui del genere.
Quello che scrive l’autore è di certo un romanzo distopico, ci troviamo anni e anni dopo una catastrofe ignota, molto di quello che il protagonista conosceva non esiste più o è mutata.
Un’idea arguta e interessante, il romanzo scorre anche molto velocemente se lo si legge senza aggrapparsi a ogni cavillo sulla scrittura. Ecco perché ho riletto il volume una seconda volta, cercando di immergermi nella storia ma ahimé sono rimasta un po’ a galla.
Spero in altri lavori futuri dell’autore.