Buongiorno cari lettori, oggi parliamo di “La città senza colori” di Danilo Fenu.
Si può vivere un’esistenza in bianco e nero in un ambiente privo di colori, musica e arte, dove gli esseri umani sono dediti esclusivamente al lavoro? È la domanda che si porrà presto Dory, una ragazza orfana, abitante di Nauten – città di un futuro non troppo lontano – al suo primo incarico lavorativo. Gli unici amici su cui può contare non sono in grado di rispondere ai suoi dubbi e la prospettiva di una vita diversa è possibile soltanto nel momento in cui entra in contatto con un gruppo di ribelli capeggiati da Virgo, un misterioso e affascinante personaggio che la condurrà in un viaggio fantascientifico, un’importante occasione per capire che la verità è sempre relativa, soprattutto quando dietro le quinte si sta svolgendo un’assurda lotta per il potere e il controllo mondiale.
Pagine: 158
Voto: 4,5
Tralasciando che la prima frase segnata in questo libro è stata la dedica… una delle più belle lette fino ad ora, ve la riporto, “Alle donne che ogni giorno combattono la loro battaglia alla ricerca dei colori”.
Penso che per ogni libro ci sia un momento giusto. Ho letto “La città senza colori” in una settimana infernale, dove continuavo a vedere solo libri universitari e due mura, niente colori, niente aria fresca, nessuna passeggiata spensierata.
Non avevo nulla a cui aggrapparmi e sembrava tutto segnato già scritto e anche io come la protagonista mi sono posta la domanda, si può vivere per sempre così? E come Dory ho scoperto di non poterlo fare neanche io.
La città senza colori è un romanzo profondo, che lancia diversi spunti di riflessioni molto interessanti e da cui trarre insegnamento. Si inizia con uno stato d’animo chiuso e cupo fino ad arrivare a una vera e propria esplosione di colori.
La trama non è diversa forse da altre, una situazione dittatoriale, l’infelicità e la necessità di seguire quella strada senza possibilità di lamentarsi o cambiarla.
Dory è un personaggio fuori dagli schemi, con una sua mentalità e i suoi sogni, con la ribellione nel sangue, perché a volte ribellarsi non è solo un gesto di coraggio ma di vita.
Consiglio caldamente questo titolo, non ve ne pentirete.