Buongiorno cari lettori, eccomi qui con una nuova recensione! Questa volta parliamo del romanzo di Diego Zucca “Spirali di follia”.
Trama:
Chi ha rapito Manu? E che strano gioco dovrà fare Samuele per riaverla? Una storia di follia, vendetta e redenzione, una sfida giocata sul filo del telefono tra omicidi e ricordi che si alternano come scatole cinesi. Tra incubo e realtà, un thriller incalzante, fatto di giochi di specchi, piccoli tasselli di un puzzle che si ricompone.
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Pagine 198 Acquistalo qui Editore: Arpeggio Libero Voto:4/5 |
Recensione:
Ultimamente ho letto diversi Thriller, mi sono piaciuti bene o male tutti, quello che ricerco ad occhi e croce in tutti i libri che ho letto li ho trovati, anche in questo.
Consiglio però una revisione sull’impaginazione e l’editing del romanzo, forse è una formattazione al mio Kobo, ma ci sono frasi spezzate, che vanno al rigo successivo.
Se accanto alla parola Thriller mi ritrovo psicologici, non posso far altro che saltare di gioia e correre nel mio angolino a leggere. Direi che il suo romanzo anche come struttura assomiglia molto ad una spirale, parti dall’estremità più ampia per poi, via via, arrivare alla fine, alla parte più piccola e nascosta, il finale.
L’autore ha creato un buon protagonista, Samuele, infatti, ci viene presentato sin dalle prime pagine e grazie alle descrizioni dell’ambiente comprendiamo subito quel fattore scatenante della storia, una casa vuota, la moglie sparita.
Il sequestratore lo chiama, quello che vuole dal nostro protagonista? Che uccida delle persone che sono legate a lui.
-Ti do una settimana di tempo, non di più. Vai e torna vincitore.
Un uomo devastato dal dolore, con un passato che non riesce a scrollarsi di dosso e che lo porta ad agire contro la sa volontà pur di ritrovare quella briciolo di felicità che gli avevano strappato dalle braccia.
Avremmo fatto anche noi la stessa cosa, se ci fossimo ritrovati nelle condizioni di Samuele? A mio parere sì.
Ho apprezzato molto lo stile e le descrizioni dell’autore, i comportamenti e le azioni compiute da Samuele non mi sono sembrate macchinose e artificiali. La trama è contorta ma Diego è riuscito a non far prendere la linea principale durante la lettura, il passato che scopriamo, i momenti di climax e di suspense, la violenza e la freddezza a volte con cui il nostro protagonista compie quei gesti.
Ammetto, questa volta mi sono ritrovata a leggere le ultime pagine con le idee poco chiare su chi fosse il colpevole, mi ha spiazzato completamente.
Insomma, una lettura davvero da non perdere.